OBYISM è il frutto di una mediazione impossibile e una riflessione sulla traduzione. L'esperienza del pubblico è scolpita dalla privazione e dalla distanza, culturale, linguistica e mediale.

L'azione si è svolta nell'ambito di una mostra collettiva di performance art: nello spazio della galleria, si stratificano residui delle precedenti azioni performative. Al centro, un tornado mite, una staffetta partigiana in mountain-bike canta la canzone "Fischia il vento infuria la bufera" e annuncia che la rivoluzione vincerà. Gira in tondo, si sgola, scivola. La forza centrifuga si fa portale per una dimensione astorica: la rivoluzione non arriverà, il girotondo non si fermerà e il messaggio verrà frainteso.

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Volevamo viziare l’aria, portare lo spazio a una condizione di saturazione massima-

l’aria che viene respirata, cantata, esaurita, centrifugata, resa tangibile dal pulviscolo volatile della polvere proiettata dalla ruote della bici che incessantemente gira: aria che accoglie le tracce della nostra bufera (fischia il vento, infuria la).